Tre giorni di festa, una comunità intera stretta intorno al suo santo patrono, dispensatore di grazie e protettore dei sofferenti. Dolianova ha reso omaggio anche quest’anno a San Biagio martire armeno a cui la tradizione religiosa attribuisce poteri eccezionali contro i mali di stagione, in particolare il mal di gola.

I festeggiamenti iniziati giovedì scorso con la cerimonia di vestizione sono proseguiti il giorno dopo con l’accensione del falò votivo nel piazzale antistante la chiesetta di Santa Lucia alla periferia del paese. Ieri il momento più significativo con la processione per le vie del paese con il simulacro del santo accompagnato dai suonatori di launeddas e dai canti dei fedeli che hanno intonato i tradizionali goccius in lingua sarda. Per trasportare San Biagio è stato utilizzato per la prima volta il nuovo cocchio realizzato sulla base in legno di un antico carro a buoi di fine ‘800 acquistato lo scorso anno dal Comitato a Domus de Maria e identico a quello di Sant’Efisio impiegato per il percorso verso Nora dopo la processione solenne del primo maggio a Cagliari.

Il carro restaurato da fabbri e falegnami del paese ha ora gli stessi colori (rosso e verde) presenti all’interno della chiesa di San Biagio. Presto sarà ultimata anche la parte superiore, progettata dall’architetto Franco Serra e ispirata al campanile della chiesa. L’elemento fondamentale è l’arco a tutto sesto che contraddistingue la parte del campanile e il cupolino semisferico con le scandole. «Anche quest’anno abbiamo onorato il nostro santo – afferma Luca Dessì, presidente della Societas Sicci Sancti Blasi – una festa all’insegna della tradizione e della partecipazione comunitaria».

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