Sabato 14 dicembre, alle 16:00, presso l’Auditorium del Museo del Costume di Nuoro, si terrà il convegno “Armonicu Sonu. L’organo diatonico: costruzione, tradizione, innovazione”, organizzato dall’Associazione Culturale “Tundu su ballu”, in collaborazione con l’Isre – Istituto Superiore Regionale Etnografico. L’evento rappresenta un’occasione unica per esplorare la storia, la tecnica e il significato culturale dell’organo diatonico, strumento simbolo della musica popolare sarda e protagonista nelle feste e nei momenti di aggregazione comunitaria. Questo primo appuntamento inaugura la serie di incontri annuali “Radichinas: studi sulla musica tradizionale”, dedicati alla riflessione e alla valorizzazione della musica legata alle danze popolari.

Un panel di esperti per celebrare l’organo diatonico. Durante il convegno, illustri ospiti e studiosi offriranno un approfondimento multidisciplinare sull’organo diatonico, spaziando dalla sua costruzione artigianale alle sue applicazioni nella musica contemporanea: Massimo Castagnari, maestro artigiano parlerà dell’evoluzione tecnica dello strumento, sottolineando il connubio tra tradizione e innovazione, mentre Riccardo Tesi, musicista di fama internazionale e pioniere dell’organo diatonico in Italia, racconterà la sua esperienza e il ruolo dello strumento nel rinnovamento della musica popolare, ricordando collaborazioni con artisti come Fabrizio De André, Ivano Fossati e Carmen Consoli.

Roberto Milleddu, etnomusicologo, invece offrirà uno sguardo scientifico e storico sull’organo diatonico nella tradizione musicale sarda e la relazione con la cultura popolare. A Marcello Marras, antropologo, l'analisi sul valore dell’organo diatonico come mezzo di trasmissione culturale e sul suo ruolo nel mantenimento dell’identità sociale sarda. Carlo Boeddu, musicista e suonatore tradizionale, invece porterà una testimonianza diretta, evidenziando l’eredità orale e il valore dello strumento nella pratica musicale tradizionale. “Armonicu Sonu” vuole essere non solo un momento di riflessione accademica, ma anche uno spazio di dialogo tra musicisti, ricercatori e appassionati, un ponte tra la tradizione e l’innovazione musicale.

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