Si dovrebbe ricordarlo citando innanzitutto le sue parole. Luigi Pintor le scrisse pochi mesi prima della morte, nel 2003: era il suo ultimo editoriale, pubblicato su Il manifesto, il giornale che contribuì a fondare 56 anni fa.

«La pace e la convivenza civile» scriveva quello che Enrico Berlinguer definì il miglior giornalista italiano, «non possono essere un'opzione tra le altre, ma un principio assoluto, non una bandiera e un’idealità, ma una pratica di vita». L’intellettuale e politico originario di Cagliari (dove nacque il 18 settembre del 1925), e romano d’adozione (nella capitale andò a viverci intorno ai 10 anni), sapeva “interpretare il presente per immaginare il futuro“ dice di lui Anna Pizzo. Tra le redattrici del manifesto, insieme con ex direttori, ex redattori del giornale e suoi sostenitori – Pierluigi Sullo, Loris Campetti, Gianni Usai, Anna Pizzo, Susanna Campisi - Pizzo ha dato vita al Collettivo Pintor con l’impegno di celebrare, nel centenario della nascita, uno dei protagonisti della storia politica e culturale del novecento italiano. Sabato, a Cagliari, nella sala della Fondazione Sardegna, dalle 9.30 alle 14, ci sarà il primo degli incontri dedicato a Pintor, organizzato dal Collettivo con il sostegno di Fondazione Sardegna e della cooperativa Agorà Legacoop. Un altro, a fine ottobre, si terrà a Roma.

Intitolato “Piazza Pintor“, il convegno prevede letture, musica, interpretazioni dell’intellettuale sardo, del suo lavoro di giornalista e scrittore e del suo ruolo di politico. Pintor fu uno dei dirigenti del Partito Comunista Italiano, eletto deputato alla Camera nel 1968, fu poi radiato nel 1971. Pubblicò vari libri, tra cui “Il nespolo, “Servabo“, “La signora Kirchgessner“, dove si uniscono memoria personale, riflessione politica ed etica.

A ricordare il suo impegno e la sua opera, ci saranno Luciana Castellina, co-fondatrice del giornale, e Isabella Pintor, la moglie di Luigi, e poi un nutrito gruppo di “ex” e il gruppo dirigente del manifesto, a partire dal direttore Andrea Fabozzi che, insieme con Francesca Borrelli, ha curato l’edizione straordinaria per il centenario: “Essenzialmente Pintor”, infine Tommaso Di Francesco, già vice direttore di Norma Rangeri. Il supplemento sarà illustrato e distribuito durante i lavori. 

Nella locandina dell’evento, «come fosse la targa di una via cittadina, ci sono sia la data di nascita sia della sua scomparsa» spiega Pizzo, perché l’auspicio è che Cagliari gli dedichi una strada, un luogo, “una memoria indelebile“. La città che ha dato i natali a Luigi e al maggiore  Giaime, due dei quattro fratelli Pintor, i più noti, ricorda solamente il primogenito, dice Pierluigi Sullo, «con una targa su un muro diroccato». Giaime è morto a soli 24 anni, durante la Resistenza, a causa dell’esplosione di una mina tedesca, mentre cercava di attraversare le linee per collegarsi alle forze partigiane. Neppure la capitale, prosegue Sullo, è stata più generosa nei confronti del secondogenito dei Pintor: «A Roma c’è un viottolo in un parco cittadino, ma forse Luigi meriterebbe di meglio».

Direttore del manifesto dal 1998 al 2004, originario di Iglesias, Sullo è tra i veterani del quotidiano romano: «Anna, Loris, Pierluigi detto Gigi, siamo stati redattori per decenni, a fianco di Luigi Pintor e di Rossana Rossanda e di Valentino Parlato. È la nostra vita». Per citare Gino Paoli, «eravamo quattro amici al bar e parlavamo di cambiare il mondo». Ciò che rimane di quella volontà è la tenacia di coltivarla ancora e nonostante tutto. «Quello che speriamo è che si torni a leggere Pintor, a osservarne lo stile asciutto e rigoroso, l’inflessibile distanza dai poteri di qualunque genere». 

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