«Cara Unione,

a Cagliari è arrivata ‘Van Gogh-The immersive Experience’. Peccato che, dopo aver pagato il biglietto (13 euro l’intero e 10 il ridotto), lo spettatore non si ritrovi a vivere un’esperienza virtuale, bensì un deserto dei sensi e una siccità pruriginosa per gli occhi: nella sala, troppo piccola per il numero di spettatori che vengono stipati in contemporanea, ci sono dei pouf su cui ci si siede (se si trova posto) a guardare una delle quattro pareti bianche su cui scorre la riproduzione di un video di 45 minuti sgranato, noioso e ripetitivo.

La realtà immersiva, andrebbe detto ai promotori, anche in Sardegna riguarda tutte le dimensioni dentro cui viaggia lo sguardo, compresi il pavimento e il soffitto. 

La riproduzione della camera da letto (sbarrata con una catenella pure questa assai poco immersiva) massacra, a mio avviso, il gioco sulla prospettiva così caratteristico dell’artista (quindi, è perfino fuorviante). Ci sono poi i banchetti finali che propongono ai bambini delle matite nere tristissime per colorare girasoli che non si accenderanno mai.

Risparmio il commento sulle riproduzioni che chiudono questa fiera che non rende certo merito all’autore».

M.C.S. – Cagliari

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