"Ora, che non l'abbiamo, capiamo quanto sia importante la libertà nella nostra vita"
Un pensiero dalla Sardegna alla Turchia: "L'Italia è un esempio per tutti""Cara Unione,
vivo in Sardegna da due anni e faccio la blogger curando la mia pagina sulla lingua italiana chiamata 'Pozitif Italyanca'.
Quando il Coronavirus ha iniziato a diffondersi ero in Turchia per fare visita ai miei genitori e incurante del potenziale pericolo che solo oggi conosciamo sono rientrata in Sardegna da mio marito.
Mentre in Italia già dai primi di marzo i contagiati aumentavano, in Turchia sembrava non ci fosse nemmeno un caso; strano che nella 'porta' tra oriente e occidente, con tra i maggiori partner commerciali la Cina, l’Italia e l’Iran non si fosse registrato nessun caso. In Turchia girava una battuta in quel periodo: 'Se il virus non è ancora arrivato, sicuramente sarà stato per sua scelta!'.
L’11 marzo il ministro della Salute turco ha dichiarato il primo caso e da lì sono iniziate le prime misure cautelari.
Nella mia vita per la prima volta vengo costretta a rimanere a casa, non avrei mai immaginato di vivere questa esperienza in un Paese come l’Italia.
L’aspetto più difficile è vivere la giornata senza capire quando finirà questa situazione e il tutto viene anche amplificato dalla lontananza dal mio Paese.
Solo fino a quando non ci si priva della nostra libertà non si può capire l’importanza che riveste nella nostra vita.
Adesso sono preoccupata per il mio Paese poiché, pur essendo l’Italia un esempio per tutti, ancora in Turchia non si considera seriamente il problema.
Le uniche precauzioni ad oggi riguardano le persone oltre i 65 anni che devono restare a casa, ma gli altri? I figli, i nipoti e tutti quelli che ruotano attorno possono essere dei 'veicoli' per infettarle.
In Italia vedo un sistema che sta reagendo per ritornare al più presto alla normalità con uno sforzo importante da parte di tutti e sono dubbiosa per il mio Paese che ancora non ha la consapevolezza dell’impatto che potrà avere se non interviene al più presto considerando l’approccio italiano.
Voglio condividere una frase di Albert Einstein che spiega molto bene perché soffriamo a stare in casa e cosa realmente ci manca: 'Se consideriamo le nostre vite e i nostri sforzi osserviamo, ben presto, che quasi la maggior parte delle nostre azioni e dei nostri desideri è collegata all’esistenza di altri essere umani. Notiamo che la nostra natura somiglia in tutto a quella degli animali sociali'".
Damla Secchi