“Cara Unione,

sono un semplice studente universitario deluso dalla svolta che la vita politica dei cittadini sta prendendo negli ultimi tempi.

La democrazia sta venendo meno. Lo sta facendo nelle coalizioni tra partiti, che spingono al bipolarismo. Lo sta facendo negli elettori, che non eleggono per scelta. Lo sta facendo nelle ideologie, che si vogliono sostituire alla Costituzione. Sembra ci si sia scordati il valore del dialogo, il potere dell'argomentazione che ha permesso all'Italia di crescere più o meno serenamente per oltre mezzo secolo, prima che malcontento e social network decidessero che era fuori moda. La cosa che più mi spaventa sono i miei coetanei, quelli con cui condividerò i prossimi 55/60 anni della mia vita, natura permettendo. Condividere con loro le mie idee e frustrazioni è spesso un misto tra la sensazione di aver dato una testata a un muro dopo una rincorsa e quella di star leggendo un programma elettorale.

Il tutto si può riassumere nella massima “O con noi o contro di noi”, che verrà puntualmente seguita da accuse di comunismo da un lato e di fascismo dall'altro.

Si discute solo per convincere gli altri della propria ragione, etichettandoli di insulti qualora le posizioni fossero inconciliabili. Si finisce per circondarsi di chi la pensa allo stesso modo e giù di pacche sulle spalle e polarizzazione.

Quelli che cercano di dialogare vengono fraintesi prima ancora di aprir bocca - “So già cosa mi stai per dire” - invalidando qualsiasi affermazione, che venga pronunciata o meno. Ho spesso l'impressione che quelli che mettono in dubbio le proprie credenze, approfondendole o smentendole nel processo, siano sempre meno, ma, consapevole del fatto che tale colpa sia attribuibile anche al sottoscritto, faccio fatica a trasmetterlo senza risultare l'ipocrita camaleontico di turno. La democrazia sta venendo meno e lo sta facendo nella testa dei suoi figli più giovani, a cui non ne è stato insegnato il valore”.

Antonio Mascia

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