Pubblichiamo alcune delle numerose lettere arrivate alla nostra redazione e relative a sardi impossibilitati a lasciare l'Isola, con meta alcuni Paesi esteri, per via dei tamponi al momento non disponibili, né in strutture pubbliche né in strutture private.

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"Cara Unione,

sono una cittadina italiana (sarda) residente a Dubai e mi trovo letteralmente bloccata qui in Sardegna a causa dell'impossibilità di poter effettuare un tampone per il Covid sull'intera isola, sia in strutture private che pubbliche.

In tanti abbiamo contattato il dipartimento di Igiene pubblica di Cagliari, ma senza successo.

Le ASL di Sassari e Olbia che per un breve periodo stavano effettuando il test, sono state costrette a smettere in seguito alla decisione di testare tutti coloro che rientrano da destinazioni a rischio (Croazia, Malta, Spagna, ecc) e così noi cittadini residenti all'estero ci troviamo totalmente ignorati. La mail dell'Assessore alla Sanità, Mario Nieddu, non funziona e gli stessi funzionari dell'URP consigliano con amarezza di recarsi nel resto della penisola per ottenere il tampone, con conseguente spesa per pernottamento e cambio dei voli.

È vergognoso che un cittadino in Sardegna non possa decidere di essere testato, anche privatamente e pagando ciò che è dovuto.

Il sindaco di Olbia ha attivato il drive in: meglio di niente a questo punto, ma vi sembra normale dover guidare per più di 268km (per tratta) dal capoluogo di regione?

È scandaloso che ancora accadano questi disservizi. E poi ci si chiede perché i giovani non tornano. Io sarò per sempre una di quelle".

Karole

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"Cara Unione,

sono un insegnante invalido in pensione di 70 anni. Il prossimo mese di ottobre devo trasferirmi in Tunisia.

Ho chiamato il comitato anticrisi per sapere come potessi fare il tampone perché, per entrare in Tunisia, occorre avere un test negativo fatto nei giorni immediatamente precedenti la partenza.

Il comitato anticrisi mi ha risposto che nessun laboratorio privato o statale è autorizzato a fare il tampone e che se volevo farlo dovevo andare in altra regione.

Mi sento sequestrato nella mia terra e per me è di vitale importanza potermi trasferire perché li avrei la possibilità di far fronte alle mie esigenze, cosa che qui al momento per una serie di ragioni mi è impedita.

Grazie dell'attenzione".

Leonardo Pischedda

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