“Cara Unione,

già da un mese io, mia madre e mia sorella, dopo svariati anni di maltrattamenti in ambito familiare, ci siamo trovate buttate fuori casa, nell’attesa di una sentenza che nemmeno fa cenno di arrivare. Anni e anni di silenzio (12 per essere precisi), denunce poi rimesse per esser state ignorate e una grande paura delle conseguenze. 
Vi scrivo perché ho letto dell’iniziativa nata a Tortolì in seguito ai tragici fatti della morte di Mirko e del ferimento della madre, grave in ospedale, e in particolare di una particolare ricognizione verso questo tipo di reati che dovrebbe avviarsi ma che credo dovrebbe riguardare l’intera Isola, e soprattutto avvenire con periodicità, per una maggiore sicurezza e per la quiete pubblica.

Non è più possibile dover vivere e sentire quotidianamente di incubi di questo genere.

Speriamo, davvero, che possa muoversi qualcosa.

Grazie dell’attenzione”.

Lettera firmata*

(*le generalità, a conoscenza della redazione, vengono omesse nel rispetto della privacy e secondo la normativa vigente)

***

Potete inviare le vostre lettere, segnalazioni e contenuti multimediali a redazioneweb@unionesarda.it specificando il vostro nome e cognome e un riferimento telefonico. Nell'oggetto dell'email chiediamo di inserire la dicitura #CaraUnione.

(La redazione si limita a dar voce ai cittadini che esprimono opinioni, denunciano disservizi o anomalie e non necessariamente ne condivide il contenuto)

© Riproduzione riservata