«Docenti-sentinella, ma il loro ruolo dovrebbe essere altro»
L’invito di un genitore ai professori per accompagnare i ragazzi nella loro crescita anche personale«Cara Unione,
Scrivo in merito all'articolo sul vostro quotidiano apparso ieri con il titolo "Nella giungla della scuola violenta".
Ora, secondo me, manca: "Nella giungla della scuola dei professori depressi, arroganti, demotivati e demotivanti". Molti docenti, non tutti per carità, sono lì a far da sentinella, a controllare cosa sai fare e non per accompagnarti a “saper fare”.
Dispensano umiliazioni minando la già fragile autostima dei ragazzi che a quell’età spesso manca. Commenti personali davanti a tutti del tipo: “Perché sei cosi pallido?”, “perché sei così magra?”.
Occorre creare rapporti con i ragazzi, scendere dalla cattedra e stare in mezzo a loro e per loro. Io cambierei anche la conformazione oggettistica della classe. Rompere gli schemi per interessare gli studenti e coinvolgerli. Stupirli, far credere loro che tutto è possibile. Occorrono cuore e amore verso il prossimo e speranza per la vita. Questi ragazzi sono la speranza.
Cari prof, dedicatevi, concedetevi, gli studenti vi seguiranno, vi ameranno e vi ricorderanno. Non state a lamentarvi con la frase "la classe è turbolenta" ma, constatato ciò, applicate la cura in silenzio. Apparecchiate il tavolo e cucinate in un certo modo e i commensali si avvicineranno.
Occorre formare i docenti dal punto di vista umano e per l'intelligenza emotiva. Io ne parlo con mia figlia sedicenne, la invito sempre al rispetto.
Grazie».
Lettera firmata*
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