«Cara Unione,

apprendo finalmente del via libera definitivo del Senato al diritto all’oblio oncologico, la norma che tutela le persone che hanno avuto malattie oncologiche e risultano clinicamente guarite.

Queste persone, a dieci anni dalla malattia, potranno così accendere un mutuo, avere un prestito, stipulare assicurazioni, adottare un minore.

Solo un primo passo, mi permetto però di sottolineare, perché anche la decisione di considerare dieci anni, ridotti a cinque se la diagnosi è avvenuta prima dei 21 anni, mi pare un parametro che dovrebbe essere riconsiderato: non tutti i tipi di tumore, infatti, sono uguali, e 10 anni soprattutto in determinati periodi della vita come la fascia fra i 25 e i 35 anni in cui più frequentemente un giovane può avere necessità di accendere un mutuo per acquistarsi una casa e farsi una famiglia, mi sembrano un po’ troppi. Soprattutto nel caso di alcune patologie, come ad esempio per il cancro alla tiroide o quello ai testicoli, che hanno una certa incidenza proprio nella fascia sotto i 45 anni, dove già dopo un anno, e a dirlo è la scienza, il paziente può dirsi guarito.

Ben venga dunque questa nuova norma, ma la strada da compiere non deve fermarsi qui. So che è già previsto che, con procedure da definire attraverso un tavolo tecnico del Ministero della Salute, vengano istituite tabelle che consentano di ridurre ulteriormente i tempi in base alla differente patologia oncologica. Speriamo allora di procedere rapidamente anche in questo senso».

Sergio Atzeni

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