«Cara Unione,
scrivo per parlare di salario povero, o meglio di tutti i lavoratori che ricevono una retribuzione orario pari a 5 euro o poco più in cambio della loro prestazione lavorativa.
La mia attenzione si rivolge soprattutto a chi si prende cura degli anziani nelle case di riposo o nelle RSA dove sono richieste, per svolgere la propria mansione, oltre alla formazione, anche capacità di interagire con la persona e una buona dose di empatia e di amore.

Purtroppo in questo campo lavorativo si preferisce giocare al ribasso, piuttosto che elargire una retribuzione dignitosa. Non bastasse, c'è anche una parte di quella che si definisce "economia sociale” che va sbandierando la tesi secondo la quale questi lavoratori sono poveri ma felici perché ripagati dall'affetto che la relazione con l'utente/persona genera naturalmente.
Peccato che questo non basti a pagare un affitto o a fare progetti per il futuro e sia un affronto alla dignità del lavoratore come persona. 
Urge quanto prima una legislazione che adotti il salario minimo perché è un atto di civiltà e di rispetto della Costituzione, garantire livelli retributivi per tutte le categorie dei cosiddetti working power come è già stato fatto in altre nazioni Europee, ad esempio Francia e Spagna.
Cordialmente».
S.T.

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