«Cara Unione,

sono fra i candidati risultati idonei all'ultimo concorso INPS per consulenti della protezione sociale con indicazione di prendere servizio il 17 aprile prossimo.

Mi permetto di scrivere anche a nome degli altri miei colleghi idonei, con i quali ci siamo organizzati nei modi più diversi con l'unica richiesta di essere ascoltati rispetto alle criticità che siamo costretti ad affrontare. Premettendo che nessuno di noi ha intenzione di creare sterili polemiche, è però innegabile che non si possa restare inermi di fronte alla situazione assurda e drammatica che tutti noi sardi stiamo subendo.

La carenza d'organico delle sedi INPS sarde è tale da non poter essere coperta nemmeno dal totale idonei sardi presenti nella graduatoria di questo ultimo concorso. Eppure, nonostante ciò la maggior parte di noi sarà costretta ad emigrare e prendere servizio in altre sedi, principalmente del nord Italia. 

Ognuno di noi ha la propria storia di vita: in media professionisti ultra quarantenni con mutui da pagare, figli piccoli e/o genitori soli malati e anziani a cui dover badare e che dovranno sopportare il carico di enormi sacrifici, anche economici, per poter sperare in una condizione di vita stabile. In diversi saranno costretti a rifiutare un’opportunità lavorativa come quella offerta da INPS, che garantisce le tutele e il riconoscimento di professionalità pluriennali ormai acquisite che la libera professione e il mercato del lavoro privato hanno ormai dimenticato da anni.

Per chi invece deciderà di accettare si prospetta un lungo e incerto periodo di grandi disagi, perché come isolani e isolati saremo costretti a pagare, oltre ad esorbitanti affitti, un prezzo troppo alto rispetto a tutti gli altri idonei provenienti dal resto d'Italia. E mi riferisco ai costi e alla ridicola frequenza dei mezzi di trasporto che collegano la nostra terra. 

Ci è stato detto che saremo delle risorse importanti per l'Istituto. Risorse di cui invece la Sardegna sarà ancora una volta privata, nonostante i diversi servizi sui media regionali che descrivono dei continui disservizi e ritardi nella lavorazione delle pratiche delle sedi sarde, in sempre più preoccupante carenza di organico. 

Chiedo ancora una volta di portare all'attenzione dell'opinione pubblica la nostra richiesta, affinché si possa sperare di trovare una soluzione condivisa tra le diverse parti interessate».

Una figlia di Sardegna

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