«Cara Unione,

Oggi come oggi, ha ancora senso studiare tanto, magari anche all’estero, per poi tornare in Sardegna?

Perché leggo di tanti ‘cervelli in fuga’ che hanno voglia di rientrare nella loro terra. Eppure, una volta qui, fanno i conti con la realtà: ci sono ragazzi giovani che si sono laureati brillantemente, hanno frequentato master in America, poi suona la campanella della nostalgia e, rifatte le valigie, eccoli di ritorno qui da noi.

A quel punto fanno i conti con la realtà: sono preparatissimi ma non possono contare su macchinari, nel settore sanità ad esempio, all’avanguardia. E allora si devono accontentare oppure invertire la rotta e andare altrove. Non lo trovo giusto. Come uscirne? Con il solito ritornello dei fondi e dei finanziamenti. Perché qui niente cambia. E per certe cure dobbiamo andare in Continente. Poi arrivi lì e trovi un super specialista che, guarda caso, è sardo come te, ma entrambi siete fuori dalla Sardegna. 

Non sono storielle campate per aria, ma quanto – mio malgrado – ho dovuto constatare di persona.

Grazie».

Michela – Oristano

***

Potete inviare le vostre lettere, segnalazioni e contenuti multimediali a redazioneweb@unionesarda.it specificando il vostro nome e cognome e un riferimento telefonico. Nell'oggetto dell'email chiediamo di inserire la dicitura #CaraUnione.

(La redazione si limita a dar voce ai cittadini che esprimono opinioni, denunciano disservizi o anomalie e non necessariamente ne condivide il contenuto)

© Riproduzione riservata