“Cara Unione,

sono una studentessa cagliaritana di 24 anni. La mia mamma è morta a maggio del 2021, era una bravissima insegnante della scuola materna, quando è deceduta io e le sue sorelle ci siamo rivolte subito al patronato di via Ancona, I.N.A.S. - Cisl Provinciale. E da lì è incominciata la mia epopea. Otto mesi ad aspettare la mia pensione di reversibilità, otto mesi in cui dover far fronte a spese mediche, in quanto seguita da una specialista per la mia depressione e il mio disturbo alimentare che a quanto pare non sono considerate malattie come tutte le altre, perché si sa una malattia è tale solo se la vedi! Otto mesi in cui pagare tasse universitarie, affitto e bollette (dal momento che vivo sola coabitando con delle coinquiline), libri universitari, farmaci.

I soldi della pensione non sono mai arrivati e mi ritrovo a 24 anni a fine mese senza niente, a dover scegliere se comprare un farmaco oppure un pezzo di pane. Il patronato è stato completamente assente, non mi ha contattato e mi ha lasciata sola, sola con le mie paranoie e senza una fonte di sussistenza arrangiandomi come potevo soprattutto grazie all'aiuto delle mie zie.

La cosa divertente cara unione e cari lettori volete saperla? Per avere questa pensione è necessario il certificato dell'università di Cagliari secondo il quale sono una perfetta studentessa in corso che dà gli esami. E se non fossi stata una studentessa? E soprattutto, ma come si può mantenere mente e cuore lucidi, dare tutti gli esami regolarmente quando a 23 anni nel bel mezzo di una crisi depressiva ti viene a mancare la tua figura cardine, la tua mamma?

Ecco siamo quasi a febbraio, io non ho ancora ricevuto la pensione di quella donna che lavorava dall'età di 18 anni e sono stanca ed esasperata.

Come posso studiare o anche solo vivere serenamente senza un supporto da parte dello stato e delle sedi competenti?

Grazie dell’attenzione”.

Lettera firmata (*)

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