Venghino siori
Caffè Scorretto
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Q uando l’Italia era più ingenua e più feroce andavano di moda gli spettacoli dei domatori di belve. Erano dei signori in giacchetta striminzita e scudiscio che a suon di urlacci e carisma facevano eseguire a tigri e leoni degli esercizi piuttosto elementari come appollaiarsi su uno sgabello o saltare in un cerchio.
Agli spettatori questo imporsi del bipede umano sui bestioni sanguinari piaceva molto, anche se poi il partito degli scettici – “ma dai, li hanno imbottiti di tranquillanti” – all’uscita dallo spettacolo guastava un po’ la festa anche ai più romantici. E quindi ogni tanto arrivava provvidenziale la notizia che in una remota piazza della Provenza o della Baviera i leoni avevano fatto un sol boccone del domatore.
Ricorda un po’ i 17 mesi di Draghi alle prese con i carnivori della maggioranza, tenuti a bada un po’ con la frusta dello spread e del Pnrr, un po’ col suo fascino da Sapiens d’alto bordo. E molti hanno provato un singulto di delizioso orrore nel vedere tre-quattro partitoni di unità nazionale zompare sul premier e deglutirlo senza neppure masticarlo prima con una sfiducia vera e propria. Allora, hanno pensato in tanti, non erano drogati o sazi, allora il pericolo c’era davvero… Gli amanti del brivido non cambino canale: ora leviamo la segatura dal pavimento, i partiti escono e nella gabbia entrano i Mercati.