I l potere logora chi non ce l’ha e cambia chi ce l’ha. Giorgia Meloni, appena diventata Presidente del Consiglio, si è trasformata da barricadera delle case popolari della Garbatella in moderata governante che ha baciato sulle guance Zelenski (così da essere iper politicamente corretta), ha avuto parole concilianti per la Francia, presunto Paese alleato in realtà ostinato difensore dei propri interessi, e ha tenuto un sostanziale understatement sulle questioni più spinose che hanno caratterizzato i primi mesi del suo governo. Poi però è comparso Giovanni Donzelli, suo uomo di fiducia che, con parole e atteggiamenti più consoni a una riunione di attivisti del Msi che a una seduta del Parlamento, ha scatenato un putiferio sul caso dell’anarchico Cospito. Quindi il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, travolto anche lui dalla foga oratoria, non ha trovato di meglio da fare che mettere sotto accusa le mamme che mettono in pericolo i figli sui barconi, con i cadaveri ancora sulla spiaggia di Cutro. A Giorgia Meloni si attaglia un celebre aneddoto su De Gaulle, anch’egli alle prese con le intemperanze verbali dei suoi collaboratori. “Morte ai cog…”, suggerirono al generale. “Vasto programma”, fu la replica.

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