Un uomo d’onore
Caffè Scorretto
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P overo diavolo, l’unico modo per passare alla Storia era il regicidio. E lo ha compiuto. Lo ha coltivato a lungo nella mente, lo ha covato nell’animo. Il rancore contro l’usurpatore del suo trono gli aveva corroso le vie biliari. Ora si sente soddisfatto, la sua megalomania è appagata, si guarda allo specchio e si compiace con sé stesso. Con una mossa alla Ninì Tirabusciò è riuscito a passare dalle pagine grigie della cronaca agli annali destinati ai posteri. Sarà ricordato come l’avvocato del popolo che ha soppresso il tiranno. Un gesto estremo necessario contro l’impianto di un termovalorizzatore a Roma: ne avrebbero patito terribili conseguenze gli animali di cielo, di terra e di fiume, che hanno invaso ogni angolo della Capitale. Ridotti alla fame per mancanza di immondezza si sarebbero estinti. Una catastrofe. Per molto meno venne ucciso Giulio Cesare. «E Bruto è uomo d’onore», fa dire Shakespeare a Marco Antonio nell’orazione funebre: un’antifrasi, un artificio retorico per affermare il contrario di ciò che le parole esprimono. In questo senso anche il nostro povero diavolo è uomo d’onore. Si dice che Putin, venuto a conoscenza del draghicidio, memore di un antico reciproco innamoramento, abbia brindato con un vodka spritz. Nota per i più distratti: abbiamo parlato di Conte Giuseppe.