Un secolo di ritardo
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L e emergenze sono tante, per chi governa. E per chi controlla: l’opposizione. Ma si scontrano su roba di ottant’anni fa, tra fascisti e antifascisti. Dei primi è pieno il mondo (Trump, o Putin) ma solo da noi, dove nel ‘45 il Fascio è stato spazzato via, sono un’emergenza eterna.
Per essere stati fascisti anche per un solo giorno (quello in cui si è nati) è necessario avere 79 anni di età, e chi ne ha di meno è costretto a vivere un’epoca morta. La destra manifesta? La sinistra disturba. E viceversa. Che noia.
Siamo un Paese che dà dignità a un Vannacci, che peraltro la “fascistata” nemmeno te la dice tutta: la inizia, non la conclude, e tutti parlano di lui (noi compresi). È all’Europarlamento, ma una risata sarebbe stata l’unico epitaffio politico indicato. Intanto Fratelli d’Italia raccoglie l’eredità post missina, ma Salvini li sorpassa a destra. E la sinistra tuona «Fascisti!» un po’ a tutti.
Poi c’è il Paese vero, che vorrebbe risposte e invece si fa reclutare tra i fascisti o gli anti. Però non tornano i conti su pensioni, pressione fiscale, occupazione, salari mensili che durano quindici giorni. È eterna alternanza: gli elettori, tutte le volte delusi, votano sempre per gli “altri”. Però attenti, ci sono i fascisti. E quando regnava Berlusconi c’erano i comunisti.
Vero, siamo negli anni Venti, ma abbiamo cambiato millennio. Dev’esserci sfuggito.