Un falso pudore
Caffè Scorretto
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N on sapevo -mea maxima culpa- che in Italia ci sono due feste dei nonni. Una civile, una cattolica. La prima, a norma di legge emanata nel 2005, cade il 2 ottobre, giorno del ricordo liturgico degli angeli custodi; la seconda, istituita da papa Francesco nel 2021, si celebra ogni quarta domenica di luglio, la data più prossima alla ricorrenza di sant’Anna, sposa di san Gioacchino e madre di Maria, che generò Gesù. I santi Gioacchino e Anna sono stati perciò proclamati protettori dei nonni. Entrambe le festività, poco sponsorizzate dalle imprese floreali e dolciarie, non sono attrattive come altre ricorrenze simili, che hanno poco di sacro e molto di profano. La Chiesa, che cerca di dare alla festa dei nonni un valore religioso e sociale, due anni fa propose all’attenzione dei fedeli un tema da meditazione: «Nella vecchiaia daranno ancora frutti». La parola vecchiaia, per falso pudore lessicale, è stata sostituita con anzianità. Il colore dei capelli, al pari di quello della pelle, è motivo di discriminazione, un nuovo subdolo razzismo. La vecchiaia, parente più prossimo della morte, è considerata dalla società moderna un fardello troppo gravoso. Per questo i vecchi, i nonni, cercano di dissimulare la loro età. Così, mentre la morte corteggia i vecchi, i vecchi, anche se nonni, corteggiano la giovinezza. Per non finire prima della notte che incombe.