I n tivù quest’estate oltre il Covid (purtroppo), l’inferno dell’Afghanistan e la trita politica “tanto pe campà” tutto il resto è noia, direbbe Franco Califano. Ma gli anziani, i malati e gli annoiati tappati in casa anche per Lucifero non è che per tre quarti di giornata debbano sciropparsi film e programmi recuperati dai fondi del magazzino in bianco e nero sgranato. “Dopotutto domani è un altro giorno”: chissà! . “Che la forza sia con te”: per resistere a Lucifero tra mosche e zanzare. “Bambole non c’è una lira”: tanto per cambiare. Il calendario televisivo anche quest’estate si è imbullonato su Techetecheté, Techetecheté. I frammenti di nostalgia ci stanno ma qualcosa di fresco all’abbonato non dispiacerebbe. Smaltita la sbornia degli Europei di calcio, il sogno della Pellegrini e l’oro dei nostri Patta, Tortu e compagni la Rai si è messa in stand-by aspettando il cambio di stagione. Ma non funziona così, per un motivo molto semplice: il canone si paga per tutto l’anno e non per nove mesi di programmazione per di più non sempre di prima scelta. Altrimenti facciano lo sconto come ai saldi, perché di saldi si tratta. Con le debite differenze. Nell’estate “Azzurro” trasmette serenità, “Buongiorno tristezza” solo malinconia. “Techeteche (abbonato) tiè”, basta e avanza la bolletta.

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