E così dopo Fabio Fazio anche la giornalista Lucia Annunziata abbandona la Rai: dice di non condividere niente dell’operato di questo Governo e meno che mai le modalità dell’intervento sulla televisione pubblica. Anziché discutere dell’ingresso, oggi come ieri, a gamba tesa della politica in via Mazzini e consegnare la Rai solo a chi merita, le reazioni dei social partono dalle banali “era ora”, “finalmente”, “guarda che perdita”, “metterò il lutto” per sconfinare tra un mare inquinato di meschine volgarità. Lucia Annunziata può essere più o meno apprezzata ma ha diritto al rispetto per la coerenza e il coraggio di aver mollato lo schermo quando il suo tempo, per dirla con Fabio Fazio, era ormai scaduto. Può darsi che vista l’aria che tirava abbia giocato d’anticipo ma la domanda è un’altra: quanti si sono già adeguati ai nuovi tempi? L’Italia è piena di “lamentosi” che tramano all’ombra del cavallo in bronzo di Francesco Messina e passano il tempo a criticare tutto e tutti aspettando però il carro del vincitore dove salire. Questi trasformismi fanno parte del carattere nazionale e la Rai è stata ed è lo specchio di questo Paese. Del potere dell’ossequio che di solito lo accompagna e delle infinite contraddizioni. Già lo disse il poeta: “Itala gente dalle molte vite”. Lucia Annunziata non ha rinunciato alla sua: rispettiamola.

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