Siamo in bolletta
Caffè Scorretto
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H o atteso invano una telefonata del presidente Draghi: non proprio da lui in persona, ché troppe emergenze lo assillano, ma da qualcuno da lui delegato agli affari minimi. L’aspettavo prima dell’arrivo della temutissima bolletta Enel del mese di marzo. L’impegno del governo a alleggerirne il gravame mi aveva rasserenato. Ero fiducioso: il Drago è capace di tutto. Volevo soltanto sapere la metodica dello sgravio: alla fonte, finanziando i produttori, oppure alla foce rimborsando i consumatori? Nessuno lo ha mai precisato. Intanto, nell’attesa, la bolletta è arrivata, gonfia e tronfia. La leggo, la rileggo e cerco di capire. Impresa impossibile per chi non ha studiato economia carsica. Attingendo dal pozzetto della memoria scolastica mi limito a fare un calcolo e scopro che la “spesa per la materia energia” è il 47,65% dell’importo totale. Il resto riguarda i costi per “trasporto e gestione” (20,18%) e i misteriosi “oneri di sistema” (18,96%). Il restante 13,21% se lo succhiano le “imposte”, ossia Iva più accise. Ne deduco che per dimezzare il peso della bolletta basterebbe far pagare soltanto il consumo energetico più 5% di Iva. Il resto se lo accollerebbe lo Stato. Troppo semplice?... Mi telefoni, Presidente, troveremo un accordo tra gentiluomini.