Sì, ma sbrigati
Caffè Scorretto
Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
D ice che il punto alla fine della frase non ci va. Ma come? Ce l’hanno insegnato alle elementari, invece no: su WhatsApp – per le regole di galateo della messaggistica – il punto alla fine offende. Il punto “chiude”, quindi «ho ragione io e non se ne parla più». Prima ci accontentavamo di fraintendere le parole, ora lo facciamo con i segni di interpunzione. Se metti un punto esclamativo sottolinei, nei “messaggini”, ma se ne metti tre sei scortese. E se scrivi tutto in maiuscolo stai gridando. USSIGNÙR!!!
Ci sono segni di vecchiaia che meritano di essere rivendicati. La ribellione al sedicente galateo dei messaggi istantanei è dovuta, anche perché si trascura la parte più importante e fastidiosa. Terribili quelli all’alba, o la notte. Oppure (e qui l’autore si gioca un’importante amicizia) scrivere le frasi / qualche parola / per volta / e inviare / in sequenza. Sono cinque insopportabili avvisi acustici in tre secondi per una frasetta. E a seconda di dove si trova, ufficio compreso, il ricevente riceve sguardi torvi.
Su queste cose il galateo non ha un suo esistere, ma può avere un resistere: non ascoltiamo i messaggi vocali più lunghi di dieci secondi con i loro eeeehhhh, alloraaaa e via strascicando. Se non hai tempo per scrivere, perché credi che io abbia il tempo per ascoltarti? Se è questione di vita o di morte, tranquilli: il messaggio sarà di pochi secondi.