Il cortocircuito
Caffè Scorretto
Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
C i sono volute due finte metamorfosi in contemporanea per realizzare uno show pseudopolitico. Federico Leonardo Lucia in arte Fedez da una parte, Maurizio Gasparri dall’altra. Il primo è un rapper istoriato come un totem indiano, il secondo è il capogruppo di Forza Italia al Senato. L’uno propugnatore di una società disordinata, l’altro uomo d’ordine figlio di un generale dei carabinieri. Il rapper, cantastorie di sinistra, manipolatore di coscienze deboli con le sue convulsioni musicali; il senatore, giornalista formatosi al Secolo d’Italia organo del Msi, politico di destra di pura fede. Tra i due, tanto diversi e immiscibili come acqua e olio, non è mai corso buon sangue. Fino a pochi giorni fa, quando Gasparri ha invitato Fedez come “super-ospite” al congresso dei giovani di Forza Italia. Una pratica che il rapper ha sbrigato in mezz’ora. Si è capito, in quei pochi minuti, che era andato non per elogiare la destra, ma per denigrare la sinistra. Per consumare una vendetta personale. Tajani, ministro degli Esteri forzista, non ha colto la furbata del giullare e ha commentato soddisfatto: «Anche chi ha molti follower la pensa come noi». Mentre Gasparri si è congratulato con sé stesso per avere esibito il rapper convertito. Il quale, in conclusione, ha detto «d’essere consapevole di avere generato un cortocircuito». Nelle due teste nobili di Forza Italia.