C i fosse una speranza di vederlo esaudito, questo desiderio lo imbucheremmo nel numero di Natale sotto forma di letterina all’omonimo Babbo. Ma visto che con ogni probabilità resterà inascoltato, tanto vale pubblicarlo sul giornale di oggi che purtroppamente è venerdì 13.

È un desiderio piccino picciò: basta con Boccia, basta con Sangiuliano. Era già una storia imbarazzante a suo tempo, quando aveva senso parlarne perché lui era un politico di primo piano e lei un personaggio insolito che gravitava attorno al potere. Adesso è una storia qualunquissima e stanca, che nelle sue evoluzioni ha finito per mettere in luce questioni di nessun interesse pubblico, a cominciare dal tono delle relazioni fra lui e la moglie.

Certo, si potrebbe dire: se una cosa non ti interessa non guardarla. Ma non è mica facile: una trasmissione pubblica degli audio privati, poi un giornale ne parla per dire che lui querelerà, un altro annuncia che lei non è contenta di come vengono raccontare le cose e ora vuol fare chiarezza e via così. In un gioco di specchi e di rilanci e di comprensibili ma automatici “se aprono un’inchiesta bisogna dirlo” per cui alla fine, ti piaccia o meno, l’ultima immagine che vedi riflessa è quella di te stesso chino a un buco della serratura a sbirciare roba che da tempo non ti riguarda e non ti interessa.

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