L a sera del 14 luglio 1789, giorno storico della Rivoluzione Francese, sul suo diario giornaliero Luigi XVI annota: «Oggi niente di nuovo». Mai una sensazione fu più sbagliata. Primo gennaio 1900: il direttore dell’Ufficio brevetti di New York scrive: «Quest’ufficio rischia di diventare inutile. È stato inventato tutto. Non c’è altro da inventare». Mai una previsione fu più errata. Questi due aneddoti, che come tutti gli aneddoti hanno all’origine qualcosa di vero, ci sono venuti a mente analizzando ciò che sta accadendo nel mondo e le possibili ripercussioni sul nostro futuro di europei. Anche noi, come il re francese, non percepiamo fino in fondo la pericolosità delle situazioni da noi stessi create; anche noi, come l’alto funzionario americano, facciamo previsioni insensate. Convinti che essendo noi i buoni e gli altri i cattivi, per potenza divina loro soccomberanno. Non sappiamo, per esempio, se credere alle minacce di Putin. Che possiede: il più grande arsenale nucleare, uno scarso senso dell’umorismo, un elevato grado di follia. La sua Russia è una falsa democrazia, ma con vero consenso di popolo. L’Europa, invece, non è un popolo ma una popolazione: per nulla coesa e sempre più infiacchita da ideologie strampalate. È arrivato il momento delle scelte difficili. Sarebbe catastrofico farci condizionare da sensazioni e previsioni sbagliate.

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