I l Palazzo sta predisponendo barricate con sacchi di grano Cappelli e i bastioni di prosciutti per respingere l’ingresso nelle nostre tavole di insetti in umido e cavallette fritte. La lotta oltre che dai gusti, sempre discutibili, (“degli uomini son vari gli appetiti”, Ariosto), obbedisce alla sovranità alimentare che il Governo ha voluto per dare un senso e un limite al Ministero dell’Agricoltura. Il Parlamento, dove si apparecchia veloci e non si sparecchia mai, ha lanciato la prima bordata. Nella mensa stellata di Montecitorio sparisce il cibo etnico e irrompono le delizie dei menù regionali. L’ordine: cucina “de core e de panza”. Fuori sushi e moussaka, avanti cacio e pepe e casizolu. A rotazione gli onorevoli potranno gustare bagna cauda e pane frattau, culurgiones e polenta taragna. Il progetto tricolore punta a valorizzare i prodotti dei territori, alternando le varie proposte regionali, fino a completare il tour gastronomico delle 20 regioni italiane grazie a “Campagna amica” della Coldiretti che ha siglato gli accordi con gli operatori del territorio. Ogni tappa del tour artusiano costerà agli onorevoli 15 euro, due in più con il passaggio al menù tricolore. A chi incassa 500 euro al giorno (lordi) chiedere qualche euro in più sarebbe pretendere troppo? La domanda è forse populista, la risposta di sicuro poco onorevole.

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