N ei giorni scorsi Burioni sui social ha polemizzato con una leghista sulla quarta dose di vaccino. Nel merito avrà avuto certamente ragione, ma ha chiuso pubblicando una foto della tipa con uno stringato e pessimo “Capisco”. Come dire: con una faccia così puoi dire solo scemenze. Poi , molto criticato, ha detto che “se si è sentita offesa” lui si scusa, e quindi tutti i giornali a titolare: “Burioni si scusa”.

Ma non è esatto: lui si scusa se. Che è diverso. Scusarsi significa chiudere la faccenda ammettendo di aver sbagliato, se se ne è convinti. Invece questa formuletta, che il virologo è solo l’ultimo a usare, significa: io il mio comportamento non lo giudico, però se qualcuno c’è rimasto male (magari perché è sensibile, o ipersensibile) gli do il contentino delle scuse. E sposto il focus da ciò che ho fatto io a come l’ha presa lui. Perciò in teoria potrei urlare “ciccione maledetto” a un passante, e se quello non si offende allora non ho fatto nulla di male.

È umano considerare i nostri comportamenti come degli elementi chimici di per sé inerti, che deflagrano o vanno in acido solo per via di un altro elemento che ad essi reagisce, ma la realtà è se sei stato stronzio, lo sei stato e basta. E l’unico che può deciderlo sei tu.

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