L ’Onu sta con Hamas. Chi non vede o non vuole vedere i mezzi toni di luce non ha dubbi. Una documentazione dei servizi israeliani proverebbe che uomini dell’Organizzazione distaccati a Gaza avrebbero partecipato il 7 ottobre scorso al massacro degli ebrei. Il mondo politico e degli opinionisti si è diviso in due: da una parte quelli che minimizzano, dall’altra quelli che ritengono l’Onu non più arbitro ma una forza in campo. Su questo episodio, forse, calerà un complice silenzio; ma sull’interrogativo che esso pone sarà opportuno dare una risposta. L’Organizzazione delle Nazioni Unite, posto che dire “Unite” non sia irrealistico, è ancora capace di operare, come prescritto, «per il mantenimento della pace e della sicurezza mondiale»? Oppure ha fallito il suo scopo come lo fallì la Società delle Nazioni, alla quale essa subentrò? Avere recentemente insediato alla presidenza della Commissione sui diritti umani l’Iran degli Ayatollah, teocrazia liberticida e fomentatrice di terrorismo, è un sintomo di acuto malessere. Non sappiamo se l’Onu propenda per Hamas. Sappiamo però che è una malata grave e che mancano i medici e i farmaci per curarla. Sostiene di operare in nome della democrazia, e sarà pur vero; ma se amministrata velleitariamente, oltre che sconfinare nel paradosso, la democrazia può andare incontro a una dolce morte.

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