S quilla il cellulare. Il signor Cosimo, 82 anni appena compiuti, risponde con quel filo di voce che il suo stato di salute precaria gli consente. «Pronto …». «Sono Marinella. La chiamo per proporle una modifica vantaggiosa al suo contratto telefonico». Prima che possa pronunciare verbo Cosimo viene subissato da un diluvio di parole. Annichilito, ascolta, ma non capisce. Solo quando dopo la lunga apnea la sua interlocutrice prende fiato, riesce a pronunciare una frase che, secondo lui, dovrebbe porre fine a quell’assalto verbale: «Marinella, sono a letto a causa del Covid, vorrei interrompere questa conversazione». «Forse il Covid le impedisce di parlare? Non mi risulta che produca questo effetto». La risposta è arrogante, ma Cosimo è per sua natura tollerante e perciò ribatte con calma: «Non mi impedisce di parlare, ma mi toglie lucidità mentale». «Non ce ne vuole tanta per rispondere sì o no alla proposta di modifica del contratto, che è tutta a suo vantaggio: le offriamo un servizio migliore e più rapido per solo sette euro invece di quattordici. In più avrà la chiavetta d’accesso in regalo». «No, grazie. Timeo Danaos et dona ferentes» risponde pacato Cosimo. «Non capisco il sardo», ribatte stizzita Marinella, e chiude la conversazione. Contro la petulanza più del Covid poté il latino.

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