N icolò Machiavelli era del parere che la ragion di Stato prescindeva da ogni considerazione etica. O anche: in guerra tutto è permesso. Così si dice ma così non può essere. Anche nella guerra l’uomo almeno una volta deve uscire da quella che Dante chiamò “l’aiola che ci fa tanto feroci”. Non si ammazzano i bambini, i vecchi, le donne, i malati e non si fa uso di armi chimiche e di bombe a grappolo. La guerra in Ucraina dimostra che siamo andati oltre e che le parole sono ahimè scritte non sull’acqua ma sul sangue degli innocenti. E poiché non bastano i colpi di mortaio, Mosca è passata al ricatto che conduce allo spreco bruciando 10 milioni di dollari al giorno di gas che non sa dove stivare. Chi vede il bicchiere mezzo vuoto intuisce la spinta per far precipitare l’Europa non allineata nel baratro della recessione, chi invece confida nel mezzo pieno vede l’impossibilità di Putin di poter vendere gas in altri posti. Bruciare energia per bruciarla e avvelenare il cielo più di quanto non lo sia non è giocare sul prezzo affastellando la parte più becera dell’economia ma è un vile ricatto, un odioso spreco, un delitto e una bestemmia contro l’uomo che conosce il valore del pane e la bellezza del creato. È un oltraggio al sentimento antico della parsimonia che non è avarizia ma è dare il giusto valore alle cose conquistate con l’arma del lavoro.

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