T empo fa c’era un signore che per fare colpo sugli astanti e darsi un tono colto ogni tanto diceva, col tono di chi è colpito da un pensiero improvviso: ma ci pensate che cosa avrebbe combinato Giotto se avesse avuto a disposizione gli evidenziatori fluorescenti?

Oggi sono quarant’anni che è morto Enrico Berlinguer. Per quanto a parole siamo tutti molto rispettosi verso i defunti e verso di lui in particolare, stamane saranno in tanti a mettergli in mano un evidenziatore fluo e chiedersi come si regolerebbe con i social network (starebbe su X o sarebbe più un tipo da Instagram?), che direbbe di Gaza e dell’Ucraina, come commenterebbe l’avanzata delle destre in Europa. Il guaio è che, al contrario dell’appassionato di Giotto, di solito questi berlingueriani postdatati sono certi di saperlo, quel che farebbe e direbbe il vecchio segretario del Pci. E te lo dicono, con un esercizio da ventriloqui un bel po’ vanitoso, un bel po’ irritante.

Una proposta, nel caso oggi o domani vi sembrasse il caso di onorare Berlinguer per un minuto o per qualche ora: su YouTube, che ai suoi tempi non c’era, si trovano molti suoi video. E nelle biblioteche ci sono molte cose scritte e dette da lui: libri suoi o su di lui, pezzi che firmò, interviste che diede. Può essere interessante, oltre che corretto, vedere che cosa disse e scrisse davvero.

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