C ercasi inquilino. Affittasi soltanto a soggetto referenziato. Presentarsi con credenziali adeguate in Piazza del Quirinale, palazzo omonimo, Roma. Locazione settennale. Molti vorrebbero firmare quel contratto. Uno solo ci riuscirà. Sono in corso, come nei gran premi di Formula 1, le prove libere. Vi si stanno cimentando i più spericolati, di solito frustrati e mossi da spirito di rivalsa. Quasi tutti sono campioni senza valore. Corrono per ottenere uno dei primi posti nella griglia di partenza. Coloro che manovrano il contagiri della corsa sono imprevedibili e perseguono strategie di gara talvolta suicide. La scuderia del Centrosinistra si affida a vecchie glorie come Prodi, Gentiloni, Amato. Quella del Centrodestra propone, per assaggiare la direzione del vento, l’eterno Berlusconi, che un po’ finge di crederci e un po’ ci crede. Poi c’è la squadra delle donne, che nonostante il nome prestigioso di Marta Cartabia, è ammessa più per una questione di galateo che per convinzione. Infine c’è Draghi. Il quale, se fosse uno e bino, come il suo cognome lascia illusoriamente intendere, vincerebbe il gran premio del Quirinale con Mario Uno; e resterebbe a Palazzo Chigi con Mario Due. La Repubblica italiana diventerebbe, così, di fatto presidenziale. Invece, purtroppo, di Drago ce n’è uno solo.

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