I n principio la paura, giustificata: “ruba chi viene dal mare”, vecchie storie mai sepolte. Non appena è circolata la voce che a sostituire Massimo Deiana alla presidenza dell’Autorità portuale della Sardegna e che in pole position si troverebbe Federica Montaresi, attuale commissaria dei porti di La Spezia e Carrara, è scattata la difesa dell’appartenenza o meglio della sardità. Un film già visto con Armando Bartolazzi, chiamato a rimettere in carreggiata la sanità sarda, presto contestato per la sua romanità e per di più con l’aggravante di essere stato sottosegretario con i 5 Stelle, quasi fosse a prescindere un disvalore. Non funziona così, il confronto delle esperienze è sempre e comunque un valore aggiunto per i territori. Qualche settimana fa il medico oristanese Giuseppe Maria Sechi, già direttore dell’Igiene e Sanità dell’Asl di Cagliari, è stato nominato direttore sanitario dell’Azienda territoriale del grande ospedale metropolitano milanese Niguarda: 4.500 operatori sanitari di cui 750 medici, 42 sale operatorie, 2 mila posti letto, 285 ambulatori. Nella classifica della World’s Best Hospital il Niguarda è risultato il primo ospedale in Italia e il 37° nel mondo fra i 2.400 ospedali dei 30 Paesi monitorati. Se Milano ha chiamato un sardo serio e competente, perché i sardi dovrebbero escludere un commissario solo perché arriva da lontano?

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