L’autoritratto
Caffè Scorretto
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A utoritratto e flusso di coscienza. «Mi chiamo Vladimir Putin. Professo in pubblico la religione ortodossa, il patriarca Kirill è mio sodale in spirito. In privato sono ateo. Nelle mie notti insonni nel Cremlino, dove si agitano le anime buone di Lenin e Stalin, progetto una grande Russia. Sono un po’ despota e mi piace esserlo. Elimino i seccatori con l’isotopo radioattivo: roba pulita, senza spargimento di sangue. Ognuno ha i suoi metodi, il Kgb è stato una grande scuola. In un dormiveglia ho deciso di invadere l’Ucraina e l’ho fatto. Con onestà: perché ho messo tutti sull’avviso, compreso quel guerrafondaio di Joe l’Americano. Ho giurato che i movimenti di truppe erano esercizi ginnici militari. Non era vero, ma tutti sanno che ho una personalità doppia. Sono comunista e capitalista, amo la vita e corteggio la morte. Vado in chiesa, accendo ceri, mi segno con la croce. Mentre mi fingo cristiano incarno l’Anticristo: al diavolo piace bere l’acqua santa. Gli psichiatri, che dovrebbero tenere d’occhio anche Joe, sostengono che sono malato e voglio andarmene in un cupio dissolvi. Invece no, io tengo alla mia reputazione presso i posteri, semmai ce ne saranno dopo la terza guerra mondiale. Che voglio e non voglio. Intanto gioco alla roulette russa col vecchio Joe. A barare sono più bravo di lui».