«C osa aspettiamo a eseguire il mandato di cattura contro Netanyahu?». È questo l’urlo eroico di Conte Giuseppe rivolto non si sa bene a chi: a Giorgia Meloni, a Biden, a Macron, a re Carlo III, all’ayatollah Khamenei, a Putin? … no Putin no: è anch’egli un wanted, ma per prudenza è meglio lasciarlo stare, pur essendo di buon carattere potrebbe arrabbiarsi. Dopo questa sua chiamata alle armi nessuno potrà più dire, come è stato detto, che Conte Giuseppe non merita la nostra costante attenzione. Certuni sostengono che invece di biasimarlo dovremmo elogiarlo: per avere impersonato topo Gigio, che grazie a trovate geniali da supermarket “spendi cento e prendi centodieci”, ha trasformato le casse dello Stato in una gruviera con 122 miliardi di buchi; per avere abolito la povertà di chi è restio al lavoro e aumentato il reddito di chi è abile a truffare lo Stato; per avere di fatto riformato l’articolo 1 della Costituzione: l’Italia è una Repubblica munifica fondata sulla pacchia. Ora finalmente possiamo decantarne anche il coraggio civile e militare per avere, unico al mondo, spronato non si sa bene chi, a dare la caccia all’ebreo Netanyahu. Siamo certi che se nessuno oserà farlo, nottetempo andrà lui stesso, con un drappello di grilli incursori, a compiere l’ardita impresa nel cuore di Israele. Con sprezzo del pericolo e, come nel suo stile, del ridicolo.

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