La prova del chiodo
Caffè Scorretto
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M atteo Salvini non ha superato la prova del chiodo. Bocciato. L’insuccesso non deve destare meraviglia: quella del chiodo è una prova che non supererebbe nemmeno Angelo Bonelli, il membro più duro e puro del parlamento italiano. I suoi avversari politici hanno colto sul fatto criminoso il ministro delle infrastrutture e dei trasporti: mentre un chiodo, dicesi un chiodo non un quasi invisibile spillo, bloccava la rete ferroviaria italiana lui era distratto. Invece di seguire passo passo gli operai nel loro diuturno lavoro si trastullava con i cosiddetti impegni ministeriali. Ecco perché le ferrovie italiane sono inefficienti, i treni arrivano in ritardo, le stazioni sono diventate luoghi malfamati. Per l’opposizione, a corto di argomentazioni politiche, l’unico responsabile è Salvini. Che perciò dovrebbe dimettersi. Ridicoli e monotoni. Salvini ha sulla coscienza ben altro da farsi perdonare. Su di lui grava la colpa inemendabile di avere fatto lega con un quisque de populo di nome Conte Giuseppe al fine di formare il governo del Grillo, tanto comico quanto infausto: una torma di avventurieri saccheggiatori delle casse dello Stato. Senza la sua complice connivenza Conte sarebbe rimasto il Nessuno che era. Ne avrebbero tratto beneficio l’Italia e gli Italiani. Compresa Elly Schlein, che, da lui sedotta e abbandonata, sarebbe ancora politicamente vergine.