L a storia ci racconta che l’Europa è il maggiore concentrato di civiltà e cultura dell’umanità. Da essa sono scaturite le idee che hanno illuminato il mondo. É stata la forza trainante sulla via del progresso, dello sviluppo economico e sociale, delle arti, delle scienze. È stata il nucleo intorno al quale si è sviluppata la cultura di quella parte di mondo che chiamiamo Occidente. Che dopo secoli di fulgore si sta spegnendo. Ne è l’immagine quell’insieme dei 27 stati che costituiscono l’Unione europea. Oggi, stando al suo comportamento, l’Ue ci ricorda il tramonto di Cacania, nome sotto il quale Robert Musil cela l’impero asburgico descrivendone la fine. Leggiamone alcune frasi e, da europei, meditiamo. Scrive il grande scrittore austriaco: «Quante cose curiose ci sarebbe da dire sul tramontato impero di Cacania, quella nazione incompresa e ormai scomparsa che in tante cose fu un modello […] La Cacania era lo stato più progredito del mondo; era lo stato che ormai si limitava a seguire sé stesso, vi si viveva in una libertà negativa, con la sensazione che la propria esistenza non ha più ragioni sufficienti, avvolti dalla grande fantasia del non avvenuto o almeno del non irrevocabilmente avenuto […] Benché molte cose sembrino indicare il contrario, la Cacania era forse un paese di geni; e probabilmente fu questa la causa della sua rovina».

© Riproduzione riservata