O pposizione, opposizione, opposizione. È lo slogan lanciato dal segretario a tempo del Pd Enrico Letta dopo la batosta elettorale. Ricorda un po’ il “resistere, resistere, resistere” di Francesco Saverio Borrelli, allora Procuratore capo di Milano. Vabbuò, la sostanza è che il Pd si appresta alla traversata del deserto senza fare sconti al governo Meloni. I dem saranno intransigenti, compatti, capaci di parlare con una voce sola. Quale, non è dato sapere. Per conoscerla, ci vorrà il congresso, da celebrare con molta calma. Che fretta c’è. In ogni caso sarà un Pd monolitico nel contrapporsi all’azione liberticida di Giorgia Meloni, finalmente di nuovo compatto, animato dall’antica prassi del centralismo democratico, tanto cara al Pci. Se ne sentiva il bisogno, di una voce ferma e autorevole che garantisse il contrappeso rispetto all’esecutivo. A confermare la compattezza dei dem l’irrisolto problema dello smaltimento dei rifiuti a Roma. Il sindaco Gualtieri (Pd) ha deciso: «Sarà costruito un termovalorizzatore». Il governatore del Lazio Zingaretti (Pd) ha dichiarato: «Non ho mai autorizzato il termovalorizzatore, e non lo farò mai». E poi stupitevi se vince Giorgia Meloni.

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