N onostante ci fossero molti modi più utili per occupare il tempo (contare le piastrelle del bagno, imparare a memoria le capitali dei 50 Stati Uniti, fare la manovra di Heimlich al comodino) ieri Vittorio Feltri ha voluto impiegare qualche secondo della sua vita per twittare la seguente cosa: “Agli extracomunitari ricordo un vecchio detto italiano: partire è un po’ morire. State a casa vostra”. Notevole, nel canto gregoriano di deprecazioni che si è subito levato sui social e fuori, l’assolo dell’eurodeputato Dem Pierfrancesco Majorino: “Non ci sono attenuanti per lo schifo, lo sconcerto e la vergogna che le parole di Feltri generano”. Seguono ulteriori sospiri e inviti a Giorgia Meloni perché prenda le distanze dallo stagionato umorista noir.

Il tweet di Feltri non è solo crudele: ha il ben più grave difetto di voler far ridere e non riuscirci. L’unico elemento che può dargli una vernice sottilissima da “battutaccia corrosiva dell’indomito libero pensatore” è proprio la reazione di Majorino. Così enfatica, così nasale, espressa in una retorica così prevedibile e soprattutto guarnita di quell’immancabile, inflazionatissimo “Vergogna”. Si dirà: ma Majorino in realtà non sta dialogando con Feltri né con Meloni, si sta rivolgendo a chi la pensa come lui, in particolare sulle stragi in mare. E all’obiezione si risponderà: appunto.

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