In nome di Dante
Caffè Scorretto
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I l 25 marzo del 1300 Dante Alighieri cominciò il suo viaggio nei tre regni dell’aldilà. In tale giorno, che ricorre domani, lo si celebra e commemora. Una boccata d’aria nel fumo della guerra ucraina; una parentesi, non una distrazione dalla tragedia. Nei momenti bui si cerca un raggio di luce. E Dante ne emana da più di sette secoli. La prima Italia l’ha pensata e costituita lui. Quando la nostra penisola era solo un riferimento geografico senza consistenza di popolo, Dante definì i suoi abitanti «le genti del bel paese là dove ‘l sì suona». Fu un atto di fondazione linguistica e culturale. L’Italia nasce non con le armi del Risorgimento, ma con la poesia del Trecento. Cavour, Vittorio Emanuele, Garibaldi sono i padri dello Stato italiano, non dell’Italia. L’Italia c’era già. Era (ed è) quella di Dante, che generando la nostra lingua gettò le fondamenta della nostra identità. La lingua di Dante ha unito l’Italia dandole un’anima. Da sempre intorno alla lingua si coagula l’intera vita di una comunità. Salviamo l’italiano dalle incursioni barbariche dei profanatori del politicamente corretto e dai cancellatori di cultura. Ribelliamoci a chi in nome di una revisione storica demenziale vuole indebolire la forza della nostra lingua e del pensiero di Dante. In suo nome, oggi, il caffè è corretto.