N el Paese del “quasi quasi”, del no-anzi-anche-sì però, il mezzo vuoto e mezzo pieno contiene la bellezza e il tormento del campionario nazionale delle banalità esaltate dalla crescita nella decrescita. Ci ricordano le donne incinte ma appena appena, il mezzo morto, la vittoria anche se di poco. Le case chiuse ma non troppo. Il “quasi gol” di Nicolò Carosio. L’Europa entro certi limiti e i confini senza limiti. In un Paese penisola, dal latino “paene insula” quasi un’isola, dove gli abitanti del Sud sono quasi poveri africani e gli abitanti del Nord quasi ricchi europei, la Sardegna non poteva che essere un quasi continente, titolo felicissimo di un’opera strameritatamene citata di Marcello Serra. Noi sardi siamo diversi, al “quasi quasi” aggiungiamo il nascondimento; non diremo mai “la vita è bella” ma “la vita non è brutta” (sa vida no er mala) e non diremo alla continentale “sto bene “ma “non sto male”. Riduciamo, diciamo e non diciamo, facciamo e non facciamo però quando ci proviamo sbordiamo. Moltiplichiamo le province ma facciamo morire le vecchie col flit, triplichiamo le Aziende sanitarie locali ma tutte continuano a funzionare a scartamento mal ridotto, annunciamo la nascita di non so quanti ospedali ma quelli semiaperti cadono in soppressione. Quasi quasi non voto” anzi ma però “anche votare quasi quasi non è male”.

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