Il maggiordomo
Caffè Scorretto
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S e potessi mi ribellerei. Ma non posso. Sono incastrato in un meccanismo da cui non mi è consentito uscire. Parlo della tecnica, che sta erodendo la mia funzione vitale di essere pensante dotato di libero arbitrio. Vuole sostituirmi. Per farlo ha prodotto quel mostro meraviglioso, battezzato Intelligenza Artificiale, che si presenta con due sole lettere, IA, alla maniera di ET, creatura extraterrestre. È il prodotto supremo della rivoluzione tecnologica. Una rivoluzione più radicale di tutte le altre, sia politiche sia sociali, sia di idee sia di sangue raccontate dalla Storia. Questa è, anche, una rivoluzione antropologica. Alla fine l’umanità sarà diversa. Ma forse non ci sarà una fine. Abbiamo imboccato una strada che termina all’orizzonte, che è irraggiungibile. La tecnica procede, l’umano retrocede. Utopia e distopia si rincorrono. Quando per bearci nel mitico otium delegheremo a IA le funzioni fondamentali della vita comune non saremo più noi a prendere le piccole, le grandi, le estreme decisioni. Il mostro meraviglioso ci avrà sostituito. Il robot, nostro maggiordomo-padrone, ha già assunto fattezze umane. Si muove tra noi, si mischia a noi. Qualche giorno fa uno di loro ha palpeggiato una giornalista che lo intervistava. Questa notizia mi conforta: la stupidità intelligente del robot non è diversa da quella umana.