L a follia del linguisticamente corretto, passando per la Corte di cassazione, è finita davanti al tribunale supremo della Crusca. La sentenza è irrevocabile: l’asterisco e lo schwa sono banditi dagli atti giudiziari. Qualcuno ci aveva provato, tra magistrati e avvocati, a perseguire la strada della parità di genere percorrendo la scorciatoia delle desinenze: modificarle per rendere asessuate le parole. Che, invece, hanno una loro sessualità. Talvolta sconcertante come quelle che si vestono con abiti maschili e sono femmine o, al contrario, quelle che indossano indumenti femminili e sono maschi. Il gender fluido serpeggia anche nel vocabolario. Quando vogliamo castrare quelle maschili e mettere cinture di castità a quelle femminili le parole si ribellano, diventano cacofoniche. L’asterisco e lo schwa, non avendo corrispondenze fonetiche, sono segni grafici afoni, impronunciabili. La sentenza dei cruscanti indica, forse, un’inversione di tendenza. Le rivoluzioni ideologiche sono fanatiche e durano quanto i fuochi fatui. I rivoluzionari francesi abolirono i riti religiosi, sostituirono le antiche divinità con la Dea Ragione, cambiarono i nomi dei mesi, respirarono aria fritta a pieni polmoni. Cessata la febbre ideologica al posto della Dea Ragione tornò l’Umana Ragione. Speriamo che la storia si ripeta.

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