I l direttore delle carceri italiane Roberto Petralia si dice convinto che ogni toga dovrebbe passare una settimana in carcere per rendersi conto di come si vive lì dentro. Non è necessario, è sufficiente che ognuno interroghi la propria coscienza per riflettere sul cammino che porta al Golgota. In uno stesso giorno tre persone in tre distinti processi sono state assolte da tre giudici diversi “perché il fatto non sussiste”; siamo quindi di fronte al niente del nulla caricato per anni sulle spalle di un notaio di Sassari per una storia immobiliare, della direttrice e un operatore socio sanitario di una casa di riposo di Sassari per motivi che si possono facilmente capire e infine dell’ex presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella per aver truccato i concorsi nella sanità lucana. Certo non finisce qui, ci saranno probabilmente altri gradi di giudizio. Intanto tre sentenze annullano le tesi accusatorie senza annullare i clamori degli avvisi di garanzia che non garantiscono la riservatezza. La Giustizia non è granché in sintonia col popolo sovrano perché, si sostiene, chi sbaglia spesso quasi mai paga. E non si dica che i giudici non sbagliano mai, sono uomini “non creature sovrumane, non toccate dalle miserie di questa terra, e per questo intangibili”. Era così 70 anni fa per Piero Calamandrei e così sempre sarà.

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