N ella storia del pensionato 64enne bloccato a Chiasso con 20 milioni di dollari c’è un elemento che insospettisce o comunque stimola la nostra fantasia che, ancora in modalità vacanziera, fa il morto a galla sui fatti di cronaca e si rifiuta di prenderli alla lettera. Il tesoro scovato dai doganieri nell’auto del tipo (doverosamente definito “insospettabile” dal Corriere) era in travellers cheque: chi li usa più in tempi di euro, carte di credito, bonifici istantanei fatti al cellulare, tessere bancomat che si posano sul sensore e via pagando digitalmente?

Perciò spunta la suggestione che Mr Insospettabile abbia trovato un varco, sì, ma fra il passato e il presente più che fra l’Italia e la Svizzera, e come il personaggio di “22/11/‘63” di Stephen King che faceva la spesa negli anni Cinquanta perché la carne era migliore e costava poco, anche costui passi avanti e indietro la frontiera del calendario, oggi con una bisaccia zeppa di gettoni della Sip, ieri con un mazzetto di buoni del tesoro firmati da Guido Carli.

E poi c’è un altro elemento che lo inchioda come un contrabbandiere cronologico, un clandestino della Prima Repubblica che viene con il suo gruzzolo un po’ vintage per trascorrere qualche giorno da gran signore qui da noi nel futuro, dove fra l’altro la sanità è migliore. Al giorno d’oggi, in Italia, chi diavolo è già in pensione a 64 anni?

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