A giudicare dal fotofinish delle dichiarazioni battute dalle agenzie di stampa, i primi pensatori liberaldemocratici a scandalizzarsi per la sentenza di Parigi, che condannando Le Pen per frode all’Ue ne decreta la fine politica , sono stati Putin, Orban, Musk e Salvini.

Eppure nonostante l’autorevolezza del quartetto - sarebbe un quintetto se il fastidioso inconveniente di essere morto 798 anni fa non impedisse a Gengis Khan di unirsi a questo club di nemici dell’Europa - ci ostiniamo a credere che su questa condanna l’opinione che conta sia quella dei francesi. Se aveva ragione Cocteau, che li definiva degli italiani di malumore, siamo fritti. Perché molti, troppi di loro saranno disposti a credere che il parlamento fa le leggi però se i giudici le applicano allora è un complotto, e se un politico viene processato e assolto allora il Pm va cacciato perché ha agito per odio e senza fondamento, ma se il politico viene condannato dietro ci sono i poteri forti, e insomma se il reato lo commette Le Pen bisogna applicarle il codice lepenale perché il popolo è con lei. Ma se Cocteau aveva torto, e i francesi sono dei belgi che sanno cucinare e che oltre alla liberté e alla fraternité ricordano e rispettano l’égalité come una loro antica, inestimabile conquista, allora per l’Europa c’è ancora speranza.

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