I minidischi
Caffè Scorretto
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Q uesta famosa pace, per noi fortunati che non abbiamo conosciuto altro, non sembrava mica una gran pacchia.
A parte chi vive e ha vissuto drammi veri, anche per i più sereni tra noi la pace sembrava spesso una collezione di guai che toglievano profumo all’esistenza. Anche a escludere questioni di salute e di lavoro, per immusonirsi bastava quell’inesauribile miniera di grattacapi che sono i ragazzi, o quell’altro serbatoio di pensieri che a volte sono gli anziani. Quanto alla politica lasciamo stare. E non parliamo del Covid.
Ci venivano addosso, questi fastidi, come i minidischi si avventavano su Goldrake nei cartoni che vedevamo da bambini. Ci pascevamo beati di quelle storielle giapponesi ma non ne abbiamo tratto l’unica lezione: dopo i minidischi arriva il mostro, dopo decenni di scocciature può spuntare il Problemone.
La guerra è dietro l’angolo, e se anche non dovesse allargarsi fino a noi comunque non potremmo – e non potremo – dimenticare questi giorni di massacro.
E viene spontaneo fare un voto laico, per superstizione o forse per dignità. Se questa angoscia passerà ce le baceremo le nostre ansie. Le cureremo come i fiori del nostro giardino. Un po’ lo dobbiamo a chi muore e non sbufferà più per il dentista, il tagliando dell’auto, i colloqui scolastici. Gli ingorghi e i parcheggi. La pioggia. Le bollette.