I l centro è periferia. “Dobbiamo smettere di costruire periferie. Ormai le nostre città sono piene di questi luoghi dove il centro non è più centro, e la campagna non è ancora campagna”. Renzo Piano, l’architetto vanto dell’Italia nel mondo, parla a chi vuol ridurre a riserve indiane anche i nostri centri più o meno storici. Lunghe mani e piani urbanistici miopi hanno spostato il centro nelle periferie, rubando suolo prezioso, e costruendo anonime case a schiera e palazzi dormitorio che annullano quel senso di comunità che si esprimeva nel buon vicinato. Beppe Severgnini nel Corriere individua nel costo esagerato degli affitti la morte dei centri delle città. Nessuno è così matto da pagare affitti da paura: è la legge del mercato. Legge troppo dura e ingiusta per essere accettata. Si può vincere approvando strumenti urbanistici chiari, di facile lettura, che consideri il centro come tale e che favorisca il ritorno delle famiglie garantendo vivibilità, decoro, sicurezza alla pari degli altri quartieri. Niente di più. I Comuni recuperino le case abbandonate e le strade dove abbiamo imparato a vivere che il piccone progressista vorrebbe squarciare. Basta con i “non luoghi” cuciti sgraziatamente per annullare i “luoghi” dell’anima, ultime fortezze del decoro del Paese.

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