T eppisti. Così i “vecchi tromboni” definiscono i giovani, in un eterno meccanismo di diffamazione delle generazioni successive che è, esso stesso, sintomo di vecchiaia incipiente. O continuante.

Dalla terza città della Sardegna giunge una notizia inattesa, raccontata ieri da L’Unione Sarda: a Quartu rubano i fiori dalle fioriere che il Comune ha sistemato nelle strade, ma è un destino che accomuna molti centri medio-grandi dell’Isola. E tutti ad accusare i ragazzi maleducati, quindi non educati dai genitori ben più anziani: «Sono tutti teppisti, ’sti giovani. Ai tempi miei...».

Scava scava (con le mani, nelle fioriere comunali), alla fine però viene fuori – oltre che il fiore rubato per estrazione –l’identikit del ladro. Anzi, delle ladre: anziane pensionate. Le quali talvolta hanno conservato un certo fascino, ma è lo stesso di Arsenio Lupin con l’aggravante che rubano a tutti, condannando le nostre città al degrado. Niente è più triste e spoglio delle fioriere senza fiori, sostituiti da cartacce ben poco gradevoli.

«Sono del Comune, non tuoi», ha risposto una “gentile” vecchietta a un passante che la rimproverava per il furto. Sbagliato: erano proprio suoi, del passante, che ora con le sue tasse sta finanziando l’abbellimento del giardino di un’anziana. L’autunno, insomma, ci ruba la primavera. Così fa una ladra.

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